La condivisione รจ frutto del discernimento
Rincorriamo parole da dire, che tendono a spiegare, e piรน vogliamo essere minuziosi e piรน tendiamo a parlare nella vaga speranza di poter essere meglio intesi quando รจ il silenzio l’unica cosa che ci puรฒ rendere simili e riconoscibili. Sono sempre stato un soggetto dalla facile favella, probabilmente lo sono ancora nella mia versione esteriore dato che sono qui a gettare giรน parole eppure dentro sto iniziando a coltivare silenzio.
Era mia ferrea convinzione che unโaumentata capacitร di eloquio fornisse alla persona una possibilitร in piรน per poter rappresentare la propria vera natura, e serbavo indomabile stima per chi avesse curato in maniera sapiente la capacitร di corrispondere il pensato trasponendolo pedissequamente in parole.
Pensavo che di per sรฉ le parole fossero esse stesse dei fatti appena pronunciate mancando realmente all’indicazione che ho scoperto poi in Satya: l’estrema connessione di una singola unitร cognitiva con la sua esplosione in un vocalizzo descrittivo che delinea l’azione mentre la si opera. Poi ho scoperto che i pensieri sono ben poca cosa rispetto a chi si รจ realmente. Tramite la meditazione l’opera di testimonianza si รจ fatta via via piรน esperta, regalandomi una rimanenza molto piรน aderente alla mia vera natura.
Il silenziamento del monologo interno derivante dal veloce incedere della pellicola dei miei pensierista lentamente aprendo una silente breccia che crea un crescente spazio dove poter scorgere fulgidibagliori piรน aderenti a ciรฒ che ora riconosco come mia estensione. La meditazione e la convergenza e l’allenamento ad un unico pensiero crea un atto di convergenza e di addensamento concettuale dove รจ piรน facile individuare ciรฒ che si vuole comunicare.
L’atto di subitanea condivisione posteriore a questa pratica risulta scevra di molte delle sovrastrutture che normalmente affollano il nostro dire. Una ricerca costante del vuoto porta con sรฉ la insita capacitร di poter meglio discernere, separare, catalogare e portarsi sull’obiettivo di una comunicazione efficace.
La meditazione รจ un poโ come l’atto di consegnare il grano ad una macina che possa vederci restituita una buona farina e che per fare ciรฒ ha bisogno di unโopera di discernimento dalla pula e dalla paglia. ร il piรน bello strumento di battitura dellโattivitร unificata della nostra mente che vede uniti i nostri pensieri alla percezione del nostro essere.
Penso che senza unโopera di tale portata, ben disciplinata e che abbia il potere di creare aderenze alla nostra vera essenza, sia quanto mai impossibile poter realmente condividere ciรฒ che abbia davvero la possibilitร di lasciare un capiente inteso sulla nostra volontร di comunicazione.
Credo realmente che la nostra istruzione abbia il dovere di insegnarci che questa รจ la capacitร preordinata da dover ricercare e sulla quale instradarsi in un percorso di allenamento. Tale capacitร risulterebbe di fatto la cura al nostro continuare a colmare di parole ogni nostro buco di conoscenza relegandoci in una ignoranza che solo esteriormente รจ soddisfatta dalla copertura del nostro parlare sempre e comunque anche in ambiti in cui internamente potremmo facilmente riconoscerci come ignoranti.
Sono convinto che in una societร sempre piรน social sia doveroso poter dare spazio ad una riflessione di questa portata che riconduca ai piรน miti consigli di motti popolani conclamati come “Pensa dieci volte prima di parlare” e che vedrebbero la propria rivoluzione in un assetto mentale che, per formulare un atto di condivisione, ricercherebbe capienza in sรฉ prima di lasciar addensare un concetto per poi palesarlo in parole.
Questo รจ il metodo con cui scrivo, un flusso costante di parole cliccate lettera per lettera alle quali in maniera preordinata รจ stata data la possibilitร di addensarsi dentro di me e coltivate nel vuoto fin quando la loro crescita non ne determini inevitabile strabordamento. Questa รจ la maniera con cui vi auguro di poter essere incuriositi dal seme di questo concetto che se coperto dal silenzio rivolge uno dei frutti piรน belli, quello di poter parlare di sรฉ e non sul sรฉ.