Letture yogiche vantaggio o svantaggio?
Da sempre sono stato molto restio a rispondere alla domanda che più frequentemente mi viene proposta nelle mie lezioni: “cosa potrei leggere per meglio capire lo yoga?”.
Il motivo risiede nell’introdurre subito il nuovo studente in un ambito di ricerca che esuli dalla semplice nozionistica a causa della natura estremamente pratica della disciplina e che non lo trasporti in alcuni ambiti in maniera preordinata.
Seppur la diffusione della disciplina nella sua interezza ha portato alla ribalta lo yoga facendo meglio comprendere gli ambiti nei quali si muove, d’altro canto ha creato la falsa sensazione che alcuni ambienti specifici siano fin da subito a portata del praticante sin dall’inizio.
Molte volte mi sono ritrovato nella condizione in cui un praticante, nel più fortunato dei casi, mi richiedesse la motivazione per la quale lambivamo alcuni ambiti quali per esempio il pranayama oppure, nei peggiori dei casi, che giudicassero la nostra esposizione della disciplina in maniera manchevole o degna dell’epiteto di una stilizzazione in quanto prevalentemente fisiche erano le nostre lezioni.
Il problema chiaramente risiede nel giudizio e nel non affidamento di sè stessi nel riconoscere nell’istituzione o nell’insegnante una accordata fiducia, maggiore dell’atto giudicante prodotto dal proprio intelletto.
Molte volte la preordinata lettura o ricerca fuorvia il giusto assetto mentale con il quale ci si dovrebbe portare a lezione o a conoscere una accademia o un insegnante; questo, ASSOLUTAMENTE, non sta a significare che non si debbano ricercare le giuste credenziali bensì che, una volta operata la scelta, dovremmo coltivare in noi l’umiltà di accogliere gli insegnamenti e gli indirizzi proposti.
È altresì importante comprendere come un ambito di ricerca sia dominato da un elemento colloquiale fondamentale che dovrebbe sempre essere utilizzato ogni qual volta si ha un dubbio sulla materia o sul proprio avanzamento nella disciplina.
Ritornando alla malsana abitudine nella quale, per la sensazione di conoscenza, ci si sente padroneggiare uno degli otto arti dello yoga attraverso l’uso del proprio intelletto, sarebbe auspicabile comprendere che ognuno dei livelli dello Yoga implica un necessario dominio dello stesso prima di poter approcciare al successivo e che in questo passaggio l’unico che può operare un reale metro di giudizio è proprio la persona alla quale vi siete affidati.
L’esempio più plateale di tutto questo intero discorso risiede nella richiesta di studio da parte di ogni praticante sul pranayama e sui modelli di respirazione.
L’onestà nell’essere guida in questa disciplina mi impone l’asserire che non si può comprendere un ambientazione tanto sottile se prima non si sia acquisita completa maestria della precedente camera nella quale è già considerato il primo studio sul respiro.
Per dirla ancora di più in maniera semplicistica se siete nella condizione in cui sbuffate come un treno, sospirate e non avete mai ragionato sul ridurre la pausa tra i respiri in completo controllo del proprio corpo in posizione, immettere qualsiasi teorizzazione o pratica sul respiro sarebbe quanto mai improducente o addirittura dannosa.
Nelle tradizioni più rispettabili e coscienziose, solo per farvi un esempio, il kumbakha, l’atto di studio nella ritenzione del respiro, viene conferito solo a coloro che sono riconosciuti come maestri nell’arte di yama e niyama in quanto lo stesso atto rafforza ciò che è presente nella propria mente e se non abbiamo ancora operato una opera di pulizia all’interno di essa non farebbe altro che aumentare l’intensità di tutta una serie di pensieri che ostacolano lo studente nella ricerca di un campo mentale favorevolmente piacevole.
Per concludere, leggere per curiosità e dimenticare, leggere per essere meglio pronti a ricevere quando ci verrà riconosciuta la possibilità, leggere per provare a coltivare la curiosità, sono tutti ottimi approcci ma con pazienza e costanza il vostro yoga deve essere affidato agli esercizi che vi sono stati consegnati da colui che attiene con amichevolezza alla vostra crescita spirituale e quindi anche fisica.