Perché yoga sutra

Sono un degno lettore e nella mia esperienza di vita e di pratica continuo a leggere quanto più possibile dati i miei notevoli impegni. Ho sempre ritenuto la curiosità un fattore decisivo a poter conseguire un’ opera di testimonianza valida su un determinato argomento.

Nella mia esperienza di praticante, di insegnante e poi di formatore nella disciplina dello Yoga, ritengo tutt’ora necessaria una continua lettura, studio ed approfondimento dei temi che la compongono e che ne consegnano le sfumature.

Molti dei testi dello Yoga, che vedono diffondere la disciplina dalla notte dei tempi, permeano la cultura Indiana in maniera totalizzante, una cultura che vede rivoluzionarsi nella storia tramite conoscenza su basi di tradizioni per lo più vocali.

Vero è che la storia indiana vede comporre alcuni dei poemi più grandi e meravigliosi della storia umana,  come il Mahabaratha, al cui interno è inclusa la Bhavagad Gita, oppure di scritti come i Veda o le Upanishad che hanno svolto il ruolo di traghettatori di conoscenza attraverso i secoli.

Rimane comunque nostro dovere, contestualizzare storicamente, le motivazioni che hanno portato ad una stesura di un testo, immergendolo nel panorama politico religioso dell’epoca in cui sono stati scritti.

Ad esempio, nel Mahabarata e nella Gita in particolar modo, l’affermazione del filone Visnuita che si contrapponeva a quello Shivaista è un fattore da tenere in forte considerazione. La Bakthi : devozione,una delle possibili strade dello Yoga verso la liberazione, viene qui esaltata ai massimi livelli. Krishna impartisce una serie di lezioni sulla vita ad Arjuna, erogandogli una disciplina dello Yoga che tende ad esaltare il ruolo totalizzante della divinità.

Considerate che, per l’epoca, in quei testi era evidente un forte spirito innovatore, che aveva il desiderio di creare una possibilità di convergenza verso una divinità – che ricopre il ruolo di conservatore della tradizione indiana – con la facile conseguenza di creare un grande stimolo unificatore delle precedenti divisioni territoriali e culturali e con il conseguente accantonamento (che non si è reso attualmente fattivo) della più rude e scapestrata visione Shivaista.

Shiva costituisce, di fatto, l’evoluzione del più antico Rudra di cui mantiene i connotai forastici ed impulsivi, di fatto molto più attinenti alla natura umana, motivo anche per cui attualmente Shiva è la divinità più adorata in India.

Questa semplice analisi fornisce i mezzi primigeni delle motivazioni che ci fanno rendere la Gita un testo collaterale seppur importante nei nostri studi all’interno della accademia.

Per differente motivazioni releghiamo nella stessa ambientazione collaterale altri importantissimi testi riguardo la disciplina: Goraska, Gheranda, Shiva Samitha e Hatha Yoga Pradipika.

Tutti questi quattro testi vedono enfatizzare il ruolo di tramando orale ad opera di un Guru, unico fruitore di una intera e completa verità che è posta a servizio completo solo di colui che si sia reso meritevole.

Capite bene come questi testi governati dall’oscurantismo non possono risultare un valido metodo di studio su larga scala.

Questa è la motivazione che ci ha portato ad individuare come nostro testo di riferimento gli Yoga sutra.

Un’opera ordinata, metodica, precisa al limite della perfezione, con una densità concettuale che aumenta all’aumentare della consapevolezza del praticante e della dedizione al suo studio.

Quattro capitoli sulla libertà umana razionalizzati in 196 sutra, aforismi con una alta densità della significanza, che conducono lo studente neofita a poter padroneggiare mente e corpo sino ad arrivare allo stato più elevato della coscienza umana: Samadhi.

Una profondità linguistica propria del sanscrito, lingua nella quale sono scritti i sutra, che consegna al ricercatore una serie infinita di significati come tipico della composizione di questo linguaggio che vede operare concettualizzazioni descrittive forbite di immensi legami filosofici ed emotivi.

Con ordine e metodo declinano l’intera disciplina traghettando il Sadhaka nei più reconditi meandri della propria mente, insegnando attraverso la conoscenza a dissipare l’ignoranza morale ed intellettiva che pervade la nostra società.

Un’ analisi completa su quelle che sono le operazioni della mente, dei suoi stati, delle paure insite nell’animo umano, delle barriere ed ostacoli che si possono incontrare nella pratica.

Una minuziosa opera di indirizzi che portano il praticante a percorrere una strada che porta alla conoscenza della propria vera natura.

Eccezionali suggerimenti dal tono infinitamente pragmatico su come liberarci da tutti i sovra-schemi che limitano la nostra capacità di azione nella vita ordinaria.

Il tutto farcito dei più bei allenamenti sulla ricerca di una sana moralità che trasporti il praticante ad essere un valido cittadino dell’universo.

Queste e molte altre sono le motivazioni che ci spingono sempre di più a studiarli, praticarli ed insegnarli sia nelle lezioni ordinarie sia attraverso i corsi di formazione.

Qui a Rishikesh grazie ad uno dei miei maestri, Vimal, abbiamo avuto accesso a delle registrazioni delle lezioni impartite direttamente dal suo maestro, celeberrimo Swami della tradizione Himalaina, che sviscerano nel profondo ogni aspetto degli Yoga sutra e ci stiamo accingendo alla loro traduzione in lingua italiana.

La mia speranza più grande è quella di saper al meglio diffondere il vero messaggio contenuto al loro interno che parla di uno Yoga fatto di meno immagine e più asservente al reale benessere della persona.

 

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