È tanto tempo che un pensiero scorre profondamente all’interno di me e prende le sue radici da una riflessione sull’attualità della disciplina dello Yoga come vissuta nel contesto occidentale.
Probabilmente i primi fruitori di questa riflessione sono proprio i miei colleghi e le accademie del nostro bel paese, ma spero che sia utile a tutti per poter capire quale penso sia l’indirizzo che la disciplina dovrebbe raggiungere per essere realmente fautrice di un cambio radicale dei nostri assetti mentali.
Ci sono svariate categorie che mal ottemperano al fine ed al senso stesso della disciplina, fermamente convinto per scarsità di cultura derivante soprattutto da una mancata profonda comunicazione della reale profondità della materia.
È vero che dagli antichi testi eravamo ampiamente avvertiti dell’avvento di un’era di completo disfacimento, ma la continua immersione nel contesto reale ne mostra quotidianamente il deplorevole andamento.
Il mondo vira verso l’esaltazione del corpo e della sua estetica, ed il mondo filosofico e sportivo non ne sono avulsi, lo yoga non ne è avulso manifestandosi come puro fitness o nel peggiore dei casi accomodandosi sulle teorie energetiche più come speranza che come studio effettivo.
L’ambito nel quale ci muoviamo è completamente settario anche se la comunità yogica italiana si rimpingua di giorno in giorno di nuovi adepti nelle varie soluzioni proposte.
La maggioranza dei corsi istruttori certifica un livello di consapevolezza così basico che sta avendo come ritorno la compartecipazione alla decadenza più assoluta della materia, questo non vuole lasciar intendere che per insegnare yoga si debba essere uomini gia realizzati, ma che almeno gli strumenti della disciplina debbano essere decentemente compresi e fortemente praticati!
Dobbiamo ricordare a noi stessi che la disciplina dello Yoga, nel suo studio, pratica le parole di cui si compone non lasciando al solo decantare elenchi di parole sanscrite la costituzione di un vezzo tipicamente erudito.
Per riuscire a comprenderla meglio e relegarle il senso profondo che le compete è necessario riuscire a comprendere il significato e l’etimologia delle parole che la compongono, è necessario studiare gli Yoga Sutra, unico testo metodico e progressivo, in maniera profonda a seconda dei livelli di consapevolezza in cui ci si trova.
La versione semplicistica per la quale basta la semplice traduzione di quattro o cinque definizioni crea degli spazi interpretativi nei quali si insidia la visione settaria e totalmente personalistica della disciplina, corroborata molte volte dalla lettura di testi parimenti oscurantisti che lasciavano spazio ad una tradizione orale ad appannaggio dei guru che poco ha a che vedere con il vero scopo che lo yoga si prefigge.
Ultimamante ho letto un articolo interessantissimo di un mio collega sulla collocazione spazio-temporale del sancrito rispetto anche a dei linguagi arcaici italiani e seppur interessantissimo e curante la mia curiosità personale, mentre leggevo, mi chiedevo quale apporto potesse trasportare all’interno della mia pratica, nessuno.
È d’obbligo per poter formare una comunità realmente attiva su campo nazionale riprendere il dialogo all’interno dello Yoga e dei suoi temi rilasciando ai temi trasversali un ambito colloquiale da tempo libero.
Noi abbiamo un dovere: far capire le risorse e gli strumenti posti a servigio di colui che studia la scienza più profonda mai creata dall’uomo su una mente non patologica.
Nello studio dello Yoga è facilmente evincibile l’utilità della materia per ogni e dico ogni essere umano sulla faccia della terra nell’invertire la tendenza che ci vede sempre più consumatori e sempre meno esseri umani.
Per fare ciò si ha necessario bisogno di una elevazione morale possibile solo attraverso uno studio pedissequo della linearità esposta nella didattica di questo favoloso e perfettamente geometrico testo.
È necessario in quanto è dalla mancata comprensione che nasce il radicalismo ed una esposizione deviata della materia che chiaramente viene rifiutata o marginalizzata al meglio da quelli che potrebbero essere i più validi interlocutori per la sua immediata diffusione.
Chi mi legge sa bene cosa penso sugli estremi benefici della materia e come ben si anteponga alla frenesia del nostro stile di vita occidentale e sa bene quanto mi sia caro il trend dell’enorme diffusione dello Yoga nel nostro tempo, ma altrettanto bene vorrei che sapesse che il mio senso di responsabilità cresce quanto più cresce il numero di curiosi.
Si dice che un livello di comprensione superiore includa sempre il sottostante, quindi non mi sentirete mai andare contro la “ginnastica per il benessere specializzazione yoga” o alle forme più occidentalmente virtuose come l’Acro, il Beer e lo Yin Yoga o Yoga della Risata che seppur di stampo indiano è una vaga derivazione della darshana originale (per citare solo alcuni istantanei esempi), ma il mio amore e rispetto per la disciplina mi impone essere il più assertivo possibile nell’asserire che, senza una comprensione dei termini e della struttura cardine, l’epiteto Yoga assurge solo ad un richiamo commerciale.
Un’altra riflessione è rivolta a tutti coloro che vogliono far assurgere la pratica, sfruttando l’umana debolezza nella precarietà emotiva e fisica, ad una serie di insegnamenti che hanno a che fare più con la magia che con la spiritualità , ambito fortemente discusso negli Yoga Sutra.
Spiritualità non significa religiosità e nel caso dello Yoga rispecchia l’attitudine umana alla coesistenza ed alla implementazione di un abile sguardo all’interno di noi stessi per introdurci in un percorso migliorativo che ci renda più compartecipi del tutto in allegria, armonia e serenità .
È necessario studiare l’accezione di ogni parola che è stata concatenata in cinquemila anni di storia in maniera precisissima, studiandone l’etimologia ed il senso contestuale nella quale è stata introdotta in maniera volontaria e mai casuale; fondamentale per non sottostare alla versione semplicistica della prima spiegazione che comporterebbe per il praticante, per l’istruttore e per il docente una linea didattica completamente fuori obiettivo.
Lo Yoga è la scienza della conoscenza di ognuno dei nostri processi mentali consci ed inconsci votati ad un loro efficientamento tale per cui i sensi e le funzioni della mente possano lavorare in maniera ottimale illuminate dalla nostra continua ricerca, una scienza calata nel mondo reale tramite l’ottimizzazione delle nostre azioni e che ci consegna infine la speranza che nel momento in cui potessimo cessare l’opera produttiva nel mondo possa darci una mano a trascendere i concetti stessi e regalarci la liberazione dalle catene della paura e dai sensi di colpa accumulati nel nostro percorso.
Sono fermamente convinto che l’unica strada che abbiamo per poter riportare nel mondo benessere, unico fine per cui un uomo dovrebbe vivere, sia quello di introdurre la disciplina all’interno degli istituti che si occupano della crescita nozionistica e morale dei nostri bambini e per fare ciò lo Yoga deve liberarsi dalle catene nel quale lo stiamo incatenando con la nostra disinformazione dovuta a scarsa cultura relegando spesso in ambito sportivo o energetico-mistico oppure frazionandone i rami cercando di dar loro un valore assoluto che una parte non potrà mai ricoprire.