Valige da chiudere, controllo documenti spasmodico e cadenzato per gl’ossessivi dei viaggi, approvvigionamenti che diventano più importanti dei documenti, saluti con chi non vuol perdersi un abbraccio. Puoi essere il viaggiatore più esperto, più organizzato, versatile o maniacale, ogni nuova esperienza che ti  allontana dalla tua comfort zone reca con sé sempre una forte emozione. Queste emozioni subiscono mutamenti continui e ti accorgi che nulla è come un secondo prima e nello stesso momento in cui le  stai vivendo appartengono già al passato. Flash veloci come lampi nel cielo, silenziosi, attraversano i meridiani energetici del corpo che si rende ricettore immancabile.
È da queste riflessioni che ha inizio il racconto di un viaggio, un gruppo di 5 ragazzi, un bagaglio con carico emotivo invisibile differente per ciascuno di loro e una valigia vuota invisibile da  condividere a partire dall’orario stabilito dell’incontro. Siamo il gruppo “schizzati”.

Abbiamo una mission nel viaggio, con compiti ben suddivisi, il mio, come avrete appreso dal pre diario di viaggio è quello di raccontare,vorrei  spostare il focus dalle mie sensazioni,ho il corpo che ancora reclama pietà dopo un periodo di problematiche strutturali, il rischio che se scendo da subito in profondità, proprio adesso che invece sono ad alta quota guardando le nuvole dal finestrino del nostro aereo, il contrasto risulterebbe troppo impattante ed ingestibile. Mi affido, in un  atto di fiducia verso me stessa e anche verso coloro che viaggiano al mio fianco, sto compiendo passi che ieri temevo fossero impossibili. Nulla in questo mio scorrere di parole avrà un senso ordinato  nello spazio tempo, saremo avanti rispetto l’Italia di 4 ore una volta giunti in India, un viaggio lungo più di 30 ore ,diviso tra 2 voli e una lunga traversata in auto da Delhi verso Rishikesh, tento di scrivere, mentre da Roma voliamo verso Kiev, per non dimenticare e riportare quanto più fedelmente stava accadendo. Voi che leggerete sarete già al giorno successivo quindi comprenderete quanto questo diario sia atemporale ma yogico più che mai.

Torno a ricordare la sveglia che ha suonato alle 7 quando già da un’ora mi giravo nel letto e trovavo quiete  tra le braccia del mio fidanzato,un corpo disteso sul letto, il mio, messo a dura prova da giornate doloranti , non sempre la vita ma soprattutto i bei progetti, sono esonerati da ostacoli e blocchi e in questa circostanza io ci sto dentro in pieno. Con la faccia  di chi non ha dormito affatto e una valigia ancora da ultimare esco di casa pesante e ansimante, tengo la mano di Ermanno mentre dolcemente lui mi trasmette tutto il suo coraggio. Lo stomaco gorgoglia non per fame,  smetto di ascoltarlo, questo sciocco secondo cervello vorrebbe parlare proprio adesso che non ho tempo, le belle immagini di un luogo a me già caro, concentrato di odori e colori, iniziano a scorrere nella mia mente e lì mi ristoro. Tutti pronti,o forse quasi tutti, Matteo si  unirà al gruppo ad Anagni, per tutti i restanti punto d’incontro davanti la temple. Diluvia, il giorno prima abbiamo sentito la terra tremare eppure non appena giunti e congiunti nel posto prefissato, i sorrisi complici annullano i capricci della natura, siamo audaci e fatalisti, bagagli a bordo e dopo aver abbracciato Cinzia, Sara e Ermanno, partiamo guardando dallo specchietto ciò e chi ci lasciamo dietro.

Ormai ci siamo, arriveremo a Fiumicino e dopo che Mimma (la Gentile mamma di Simone che si è offerta di scortare queste animate impavide) ci avrà scaricato davanti il terminal 3, solo allora Daniele, che da questo momento in poi chiamerò solo “Scarabocchio”, controlla il suo zaino ed esclama:il  passaporto c’è! e si affloscia sul corpo, precedentemente contratto, come fosse una bambola di pezza, andiamo bene, proprio bene, il suo nomignolo gli rende giustizia, ha mangiato pizza dal punto di partenza a Roma, ha parlato con grande ironia del suo guardaroba come se dove stiamo andando importi a qualcuno se sei vestito o meno, ha dimenticato la ciabatta elettrica (compito affidato pre partenza) e si domanda se Amazon arrivi anche li, vi giuro, la sua sciallagine (termine coniato ora derivante da sciallo) mi ha conquistato, questo è lo spirito giusto per affrontare un viaggio in India che per quanto tu voglia partire pronto e organizzato al millesimo, l’India con cordiale menefreghismo ti saprà sempre dimostrare che non puoi nulla di fronte al suo complesso sistema nazionale, culturale e biologico.

Ora farei un passo indietro nei miei ricordi, tanto lo scopo di questo diario è confondere il lettore perdendosi nel tempo esattamente come sta capitando a me, giunti ad Anagni ci fermiamo all’uscita del casello, appuntamento con Matteo alle 9.30, ritarderà qualche minuto per riunione politica mattutina, il suo ritardo destabilizza i super ansiosi del controllo del gruppo me compresa, lascia il tempo a Scarabocchio di svegliarsi bene e rendersi conto di cosa stia accadendo e di permette a Simone di mettere in  pratica il suo yoga e le sue teorie  che confermeranno, una volta arrivati a Fiumicino, che farsi prendere da pensieri fuorvianti non porta risultati.

Si riparte, c’è un cambio d’autista, Simone prende il comando del mezzo e Mimma passa sul posto del passeggero, noi come in gita ci lasciamo condurre, Silvia nel settimo posto infondo travolta dai bagagli, non la senti mai lamentarsi, forse perché la sua voce emette suoni di tonalità bassa, delicata a tratti inudibile anche se avrebbe tanto da raccontare tanta è la sua curiosità culturale. Matteo in auto inizia a fare l’inventario delle cose che portava dietro, diciamo un check out, lo guardiamo come a dirgli, anzi lo abbiamo detto: adesso ti metti a controllare il bagaglio? Un benvenuto pure a Matteo nel mondo di Scarabocchio, non a caso le persone maniache del controllo presenti in auto erano tutte di sesso femminile! Vorrà pure dire qualcosa, ma mi chiedo poi perché gl’uomini siano i soggetti maggiormente più colpiti da infarto, mistero della fede! Matteo si rivela essere l’esatto opposto della personalità che nel pre-diario gli avevo attribuito , un politico taciturno non ha motivo di essere tale, lui è un viaggiatore incallito, é pure uno che, a detta sua, ha perso molti voli e qui riaffiora vivida la filosofia Sciallatoria pienamente condivisa da Scarabocchio, noi maniache del controllo stringiamo i denti per non farci uscire dalla bocca un :ci volevi far perdere anche questo? La battuta è uscita e proprio dalla mia bocca, le risate aiutano il clima conviviale e il gruppo inizia a prendere una forma omogenea che sarà utile nel nostro percorso. Nei suoi discorsi l’infermiere /assessore /video maker tiene banco,discorsi su i suoi viaggi dimostrando grande abilità nel suo dialetto paesano, ci racconta di un viaggio speciale fatto con la nonna che non era mai uscita da Acuto, aveva il desiderio di vedere “la tour eiffel” e al suo ritorno raccontava a tutti i paesani che Perugia è bellissima, ovviamente confondendo il nome con Parigi,  c’è un volo perso,  una donna anziana ma di grande vitalità che sale sulla maestosa torre pur avendo problemi a deambulare, che ferma le belle ragazze per presentare il l nipote con la carica di Dottore, tutto questo senza saper parlare in lingua,passano la nottata bloccati in  aeroporto, ostile, con  nazionalisti un po’ convinti, incapaci di dare prima assistenza ad un’anziana donna che impavida gli infierisce orgogliosa che papa Francesco ha detto di aprire le porte allo straniero e Matteo, nipote premuroso, pronto a proteggere l’amata nonna con “botte di qualità”. Non potevo omettere di raccontarvi questo intrattenimento di Matteo, ha portato il nostro umore alle stelle, i suoi racconti e il dialetto usato sono stati come la voce amica della radio per gli  assonnati camionisti che viaggiano nelle prime ore del mattino, come un caffè bollente quando ancora i sensi esterni sono ovattati.

Ho scritto  durante il volo per Kiev e  in parte in attesa del prossimo per Delhi, sono qui, appoggiata a terra, sostenuta da una colonna,  assorbita dal passato e dal  raccontarvelo, per la prima volta non riesco a poter fare ciò che più mi piace ossia guardami intorno, guardare i miei compagni di viaggio e osservare le tante persone che affollano i gate,alzo lo sguardo, non vedo i miei amici, o mio Dio mi avranno abbandonata? Sorrido e il pensiero sfugge ricordando i tanti discorsi fatti con Simone nell’ultimo mese per obbligarmi a partire, vuoi che adesso mi farebbe questo? No eccoli, li vedo tornare con l’ennesima birra del giorno in mano, il gruppo “scialla” dei maschietti sta in modalità vacanza, tutto perfettamente in linea con la filosofia del momento, tra un po’ saliremo sul prossimo volo e il salto temporale, come risvegliandosi dopo un sogno, ci avrà traghettato nella realtà ma…. La realtà sarà forse un nuovo sogno?

Un balzo avanti, la scena potrebbe essere quella di qualche ora fa, ingresso nel gate d’appartenenza, documenti da esibire, file da mantenere, il gruppo scialla ormai si muove come se fluttuasse, io e Silvia ci manteniamo in contatto visivo sempre più consapevoli che il nostro ulteriore compito sarà quello di continuare a mantenere il controllo almeno per la durata del  viaggio, Simone ormai si muove come se un richiamo verso quelle terre non necessita   di razionalizzare, tutto gli viene automaticamente naturale, quel seme piantato anni fa continua a produrne altri. Chissà tra qualche tempo risulterà sempre più familiare anche a noi, Scarabocchio è alla sua prima esperienza Indiana e da quel po’ che gli raccontiamo sta già rimpiangendo i nostri luoghi, chissà se cambierà idea! Per ora dice che sta coltivando l’odio sociale, lo dice simpaticamente con una faccia da cartone animato, non è credibile sebbene sia stato fermato in quasi tutti i passaggi di controllo e il dubbio ironicamente trapela nel gruppo.

Come a scuola, nonostante i posti vengano assegnati, I maschietti scelgono di mettersi vicini per poter parlare di sciallosità,a noi ragazze il cambio è risultato favorevole, stiamo in sedili in fila di 2 e massima autogestione nei movimenti. Discorsi fitti e intensi tra me e  Silvia,finalmente possiamo non dover agire e lasciarci cullare dal movimento di questo abitacolo che ci separa da qualcosa di immensamente vasto,il cielo! Il viaggio è in notturna, la cena è stata servita, le luci sono  spente quasi volessero  indicarci una  tacita  buonanotte, il silenzio pressurizzato regna…. Delhi si avvicina ma non è questo il momento di pensarci, domani aprendo gl’occhi sarà un nuovo giorno tutto da scrivere.

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